Ecco finalmente l’atteso sito di Grande Lombardia, il movimento etnonazionalista dei Lombardi nato il 6 novembre 2013, nel suggestivo scenario medievale del Castello Visconteo di Pavia.
Ci stavamo lavorando da diverso tempo e lo lanciamo solo ora proprio perché volevamo fare le cose per bene; come potete notare oltre alla versione in toscano c’è quella lombarda (milanese classico) e inglese.
Ci scusiamo per l’attesa ma era necessario per potervi presentare un prodotto cosí ben confezionato e atto alla bisogna propagandistica.
Ma passiamo ora direttamente all’argomento del sito stesso, Grande Lombardia, la nostra associazione politica.
La scorsa estate il Movimento Nazionalista Lombardo fondato da Adalbert Ronchee e Pol Sizz è stato sciolto per poter dare spazio a questo nuovo progetto lombardista che senza rinnegare le posizioni di partenza le ha estese a quella che a conti fatti è la Lombardia storica ossia tutto il Settentrione d’Italia, senza cui la Lombardia etnica rimarrebbe un troncone sí autosufficiente ma certamente parziale da un punto di vista etno-culturale.
Come MNL ci eravamo soffermati sulla Neustria longobarda, fondamentalmente, vale a dire Aosta, Piemonte, CH lombarda, Regione Lombardia, Emilia fino al Panaro e altri brandelli di territorio padano appartenenti a varie realtà amministrative; ora invece allarghiamo il discorso lombardista innanzitutto all’Austria longobarda ossia Trentino, Lombardia venetizzata e Friuli, aggiungendovi Liguria, Romagna, Alto Adige, Venezie che per quanto non propriamente lombardi rientrano nel contesto galloromanzo cisalpino e alpino-padano.
Integriamo dunque alla primigenia Lombardia etnica la Lombardia storica, o Grande Lombardia (da cui il nome dell’associazione), che costituisce il Nord Italia e che forma un panorama a sé stante all’interno del quadro etnico italico.
L’associazione politica Grande Lombardia, nata nell’antica capitale longobarda Pavia, fondata dal bergamasco Pol Sizz (Presidente), dal sepriese Adalbert Ronchee (Segretario), dal pavese Achill Beltramm, dal friulano Ludovic Colomba e dal vogherese Lissandar Poeugg, si propone di affrancare mediante l’etnonazionalismo lombardo (Lombardesimo) il sentimento etnico di tutte le genti cisalpine, granlombarde, che possono dirsi tali perché fondamentalmente evolutesi dalla Gallia Cisalpina e dalla Langobardia Maior (e “Lombardia” da cosa deriva difatti?); logicamente non si tratta di fare i nordicisti ma di preservare l’Identità specifica dei Lombardi che è il risultato dell’armonica fusione tra Protocelti, Galli e Longobardi, senza dimenticare popoli “minori” come Liguri, Reti, Etruschi, Venetici, Romani e Goti, che hanno certamente contribuito all’edificazione della Lombardia, o come la chiamiamo noi, della Grande Lombardia.
Grande Lombardia, sí, che abbraccia le terre dalle Alpi Occidentali a quelle Orientali e da quelle Centrali all’Appennino, accomunate dall’eredità innanzitutto gallica cisalpina romanizzata (già celto-ligure) e in secondo luogo dalla fondamentale impronta longobarda che ha caratterizzato quasi tutto il Nord della Repubblica Italiana, assieme alla Toscana; nel Medioevo se un Transalpino doveva varcare le Alpi diceva: “Vado in Lombardia”, e non “In Italia”.
I territori estromessi dal novero lombardo etnico ma inclusi in quello granlombardo, al di là di quelli orientali dell’Austria longobarda, sono stati poco e tardi longobardizzati (Liguria, Bologna e Ferrara) o per niente colonizzati dai Longobardi (Romagna, coste veneto-friulano-giuliane e immediato entroterra), oppure appartengono geograficamente e storicamente alla Lombardia (Tirolo meridionale e Isonzo) ma etnicamente sono oggi popolati per lo piú da allogeni (Bavari e Sloveni, o Croati in Istria).
La nostra tenzone identitaria è rivolta alle realtà galloromanze cisalpine longobardizzate e dal Medioevo ritenute giustamente lombarde (e qui basti pensare a chi costituì la Lega Lombarda). Città come Trento e Verona fino al Medioevo parlavano lombardo e non è certo azzardato ipotizzare che il Veneto sia stato linguisticamente unificato dalla Serenissima spezzando quel continuum linguistico che doveva esserci in tutto il Nord grazie alla sovrapposizione di Celti e Longobardi latinizzati. Fermo restando che i Veneti antichi non erano Celti ma con tutta probabilità propaggine settentrionale della famiglia italica latino-falisca.
Il nostro movimento prende dunque le mosse dalla realtà etno-culturale genuina della Lombardia, unendo le due Lombardie storiche, occidentale e orientale, nel nome della loro comune eredità e delle sfide future che ci attendono per non finire inghiottiti nel gorgo repubblicano italiano e dunque mondialista.
L’esperienza lombardista precedente è stata una sorta di laboratorio, di cammino preparatorio al grande salto di qualità che punta a riunire tutti i Lombardi sotto l’insegna della Croce Lombardista, delle Croci Lombarde e del Ducale Visconteo, del Biscione; siamo un movimento politico ma anche culturale che non punta ai voti, alle poltrone, ai quattrini, ma ai Lombardi e alle Lombarde della Grande Lombardia che con noi vogliono battersi per l’affrancamento, la difesa, la promozione e l’auto-affermazione, innanzitutto etnica, di quella che è una vera realtà sub-nazionale. Vogliamo edificare un’Italia per davvero etnica, non piú appiattita sulla sua Repubblica postbellica che è un mero contenitore di popoli, perché solo cosí essa può avere un senso sgombrando il campo dalle banalizzazioni leghiste fatte di Padania ed esaltazione dell’artificiale Svizzera o di altre ridanciane “piccole patrie”.
Con noi ri-nasce la Lombardia medievale, che è la Lombardia vera. Con noi ri-nasce l’identitarismo lombardo che non è un artificio ma la presa di coscienza etno-culturale che a partire dal Medioevo ha accomunato le genti della Gallia Cisalpina-Longobardia-Lombardia.
Partendo dal passato, viviamo il presente, nella prospettiva del futuro, perché senza radici l’albero muore e diventa facile preda dei parassiti e dei “disboscatori” globalisti.
Siamo etnonazionalisti ma non indipendentisti, perché l’etnonazionalismo non è un cavallo di Troia di quell’internazionalismo progressista di cui gli indipendentismi tradizionali si nutrono. Logicamente dipende poi dalle situazioni storiche, non è mai esistito un sentimento secessionista di matrice “padana” prima del 1996. Tale fenomeno è piú radicato nel Meridione italiano.
E ricordatevi che, ad ogni modo, prima di ogni discorso autodeterminatore si deve impostare un serio e convincente discorso etnonazionalista perché altrimenti è del tutto vano auspicare anche solo un federalismo serio in Italia: se nessuno sa che è lombardo a che serve parlare di referendum per l’indipendenza? E allo stesso modo a che gioverebbe una Lombardia libera se consegnata agli allogeni e all’estinzione lombarda? Troviamo molto piú serio e realista un discorso lombardista rispettoso di quella cornice storica italiana che va giustamente emendata dagli stereotipi d’Oltreoceano. Del tutto disonesto ridurre l’Italia ai difetti, solitamente, meridionali. Sia poi chiaro che l’Italia è una cosa, e lo stato italiano un’altra. Lungi da noi difendere l’attuale baracca repubblicana.
Non siamo spacconi ma razionali, concreti e onesti Lombardisti panlombardi, che non vogliono fare il passo piú lungo della gamba bruciandosi in partenza. Prima viene la genuina Identità, poi la questione politica, anche perché parlare di Identità significa prendere le distanze da ogni menzogna universalista.
Noi siamo scesi in campo, abbiamo messo la faccia, e ci impegneremo sino in fondo per la sacrosanta lotta identitaria, che è una lotta per la vera democrazia e la vera libertà di Lombardi, Italiani ed Europei. Ed essere liberi significa come prima cosa liberarsi dal sistema dentro sé stessi.
Auspico che i Lombardi possano seguirci costantemente, interagire e confrontarsi virtualmente per poi farlo dal vivo, nella speranza che molti possano decidere di schierarsi attivamente dalla nostra parte, nell’interesse del bene piú prezioso che abbiamo: la Lombardia.
Svegliati dall’incubo mondialista, Lombardo, e scoprirai Grande Lombardia.
Dal Monviso al Nevoso, dal Gottardo al Cimone.
Saluu Lombardia!
Scopro solo ora il vostro movimento.
Non mancherò di approfondire visto che non mi sento rappresentato al 100% da alcuna forza politica.
Abbiamo bisogno di una difesa della nostra identità, del nostro territorio e delle nostre tradizioni.
Il nostro movimento è nato proprio perché non c’era, e non c’è tuttora, una singola forza politica in Grande Lombardia che avesse potuto rappresentare autenticamente gli ideali etnonazionalisti. Se ha a cuore la difesa della nostra Gente, della nostra Terra e della nostra Identità, non esiti a contattarci.