Dopo aver brevemente esposto le quattro principali varianti nonché le peculiarità e le loro caratteristiche più importanti a livello filologico, passiamo ora ad analizzare aspetti linguistici un po’ più tecnici come la fonetica, l’ortografia, il lessico, e la sintassi.
Per quanto riguarda il primo punto citato, cioè la fonetica, va innanzitutto detto che, come per tutti i vari aspetti linguistici del resto, i fonemi di base del lombardo sono essenzialmente quelli di origine latina. Su questa base fonetica si sono tuttavia innestate alcune tipiche vocali celto-germaniche, come ad esempio la vocale anteriore chiusa arrotondata [y] e la vocale anteriore semichiusa arrotondata [ø]. Vocali presenti nelle altre lingue gallo-romanze, come il francese, l’occitano o l’arpitano, ma non nelle lingue romanze meridionali, come quelle iberiche, italiche e balcaniche. Queste due vocali sono tuttavia solo due dei vari fonemi che distinguono il lombardo dall’italiano standard anche a livello fonetico. A parte qualche piccola eccezione, tutti i dialetti lombardi differiscono dal toscano per l’assenza della consonante laterale palatale [ʎ], della consonante affricata alveolare sonora [dz] e della consonante affricata alveolare sorda [ts]. Nei quattro principali gruppi di dialetti lombardi sono inoltre presenti ulteriori differenze rispetto al toscano a livello fonetico: con l’intento di fornire solamente un’idea di massima ai meno esperti in linguistica, le evidenziamo ora brevemente.
Il lombardo centrale si distingue dall’italiano standard, oltre che per le vocali appena citate, cioè [y] [ø], anche per la presenza della vocale anteriore semi-aperta arrotondata [œ] e della consonante fricativa postalveolare sonora [ʒ]. Sono invece assenti, oltre alle citate [ʎ] [dz], la vocale posteriore semi-chiusa arrotondata [o] e [ts], eccezion fatta per i dialetti di montagna e collina (ossolano, ticinese, bosino, comasco, lecchese, valtellinese).
Il lombardo occidentale invece differisce dal toscano, oltre che per le vocali [y] [ø], anche per la presenza della vocale centrale media []. Sono invece assenti, oltre alle citate [ʎ] [dz] [ts], la vocale posteriore semi-chiusa arrotondata [o] e la consonante fricativa postalveolare sorda [ʃ].
Il caso del lombardo meridionale è un po’ particolare perché la zona centro-orientale (Parma, Reggio e Modena) si differenzia notevolmente sia dal toscano che dal resto dei dialetti lombardi: oltre ad essere assenti le vocali anteriori arrotondate [y] [ø], sono presenti vocali assenti in tutti gli altri dialetti lombardi come la vocale posteriore aperta arrotondata [ɒ], la vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata [ʊ], la vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata [ɪ] e la vocale anteriore quasi aperta non arrotondata [æ]. Oltre alle citate [dz] [ts], è sempre assente la [ʃ] mentre è assente solo a Piacenza e Mantova la [ʎ].
Il lombardo orientale si distingue dall’italiano standard, oltre che per le vocali [y] [ø], anche per la presenza, solo nei dialetti di montagna, della transizione glottidale sorda [h]. Sono invece assenti, oltre alle citate [ʎ] [dz] [ts], la [ʃ].
Per chi non conoscesse l’alfabeto IPA, segue una piccola legenda dei fonemi presenti nell’articolo.
– Vocale anteriore chiusa arrotondata [y]: la ü del tedesco für o la u del milanese mur
– Vocale anteriore semi-chiusa arrotondata [ø]: la ö del tedesco schön o la oeu del milanese roeus
– Vocale anteriore semi-aperta arrotondata [œ]: la ö del tedesco Hölle o la oeu del milanese bloeu
– Vocale anteriore quasi aperta non arrotondata [æ]: la a dell’inglese fat o la ë del modenese Sëccia
– Vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata [ɪ]: la i del tedesco bitte o la é del modenese gé
– Vocale centrale media [ə]: la e del tedesco haben o la ë del torinese chërde
– Vocale posteriore aperta arrotondata [ɒ]: la o dell’inglese lot o la ö del modenese dönna
– Vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata [ʊ]: la u del tedesco Druck o la ó del modenese fó
– Transizione glottidale sorda [h]: la h del tedesco Haus o la s del camuno semper
– Consonante laterale palatale [ʎ]: la gl dell’italiano foglia o la del modenese
– Consonante fricativa postalveolare sonora [ʒ]: la j del francese jour o la sg del milanese partasg
– Consonante fricativa postalveolare sorda [ʃ]: la sc dell’italiano scena o la sc del milanese scernì
– Consonante affricata alveolare sonora [dz]: la z dell’italiano mezzo
– Consonante affricata alveolare sorda [ts]: la z dell’italiano pazzo o la z del ticinese zuccor.