Come molti sapranno, domani si terrà il referendum sull’autonomia della Regione Lombardia e della Regione Veneto.
Per quanto le suddette entità amministrative non abbiano confini etnolinguistici corretti, va comunque considerato che una devoluzione dei poteri da Roma a queste regioni sarebbe di gran benificio per i Granlombardi che abitano sotto la loro giurisdizione.
Del resto niente vieta che i confini possano essere in seguito modificati con referendum locali, come quello che una coalizione di cittadini sta avviando nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola per passare dalla giurisdizione della Regione Piemonte a quella della Regione Lombardia.
Abbiamo spesso sentito dire da più fonti che si tratta di un referendum inutile perché in quanto consultivo non è vincolante e le Regioni potrebbero già di loro iniziativa chiedere più poteri.
In effetti, si può rinoscere ai detrattori del referendum che non si conosce l’efficacia pratica del voto visti che non vi è alcun vincolo e che dovrà nascere una trattativa tra la Regione e il governo centrale per ottenere maggiore autonomia.
Nonostante ciò, quello che sicuramente si può ottenere è un chiaro messaggio della popolazione contro lo sfruttamento assurdo e i soprusi burocratici (non esiste pari al mondo) cui i Granlombardi sono soggetti da parte della Repubblica Italiana.
Abbiamo infatti davanti ai nostri occhi il caso della Comunità autonoma della Catalogna che, stufa di regalare ben 8 miliardi al resto del Regno di Spagna, sta chiedendo l’indipendenza perché è stato loro rifiutato un serio federalismo.
Ma se la Catalogna ha diritto di fare la vittima perché in 5 milioni di abitanti devono versare 8 miliardi a Madrid, cosa dovrebbe fare la Regione Lombardia che in 10 milioni di abitanti versano tra i 50 e i 70 miliardi annui netti a Roma?
Una cifra procapite che è oltre 5 volte quella catalana!
Che poi fossero soldi che aiutassero veramente l’economicamente arretrato Suditalia a uscire dallo stato in cui trova!
In realtà, questi soldi finiscono principalmente ad alimentare il parassitismo romano e alle varie organizzazioni criminali di stampo mafioso presenti nel Sud della penisola.
Per queste ragioni possiamo quindi pensare che il voto di domani possa essere considerato una sorta di elettrocardiogramma della popolazione.
Vedere insomma se l’ “organismo” è ancora voglioso di vivere e sconfiggere il parassita che lo affligge o se è oramai arrivato allo stadio finale e si è quindi arreso al decorso fatale della malattia.
Per questo Grande Lombardi invita tutti i Granlombardi che hanno diritto a votare nei referendum che si terranno domani a partecipare e a votare Sì.