San Giorgio e la Lombardia, tra storia e leggenda


In occasione del 23 aprile, giorno dedicato a San Giorgio non solo patrono dell’Inghilterra, della Catalogna e della Liguria, ma anche della bandiera storica della Lombardia (l’omonima croce rossa in campo bianco), riportiamo una teoria poco conosciuta, proposta da Gilberto Oneto del suo libro “San Giorgio Patrono della Libertà”.

                                              San Zorz

Croce di San Giorgio

Croce di San Giorgio

“Giorgio sarebbe nato attorno al 280: l’ipotesi è basata sull’età presunta di poco più di vent’anni che il Santo avrebbe avuto nel 303, anno della sua morte. La datazione trova conferma nell’esame scientifico effettuato su alcune reliquie che gli sono tradizionalmente attribuite. Due sono le versioni più ricorrenti circa il luogo di nascita del Santo. La prima vuole che fosse nato a Melitene (l’odierna Malatya), importante città della Cappadocia. La cui capitale era era Cesarea Cappadociae (l’odierna Kayseri). Assieme alla Galatia (Galazia) formava una provincia dell’Impero caratterizzata dall’insediamento di tre grandi tribù celtiche: i Trocmi, i Tectosages e i Tolistobogii, i cui componenti erano conosciuti nel loro insieme come Galati. Essi hanno mantenuto una propria specificità culturale molto a lungo, come provano le lettere di San Paolo indirizzate a questa comunità cristianizzata nel I secolo. A Giorgio è attribuita la discendenza della nobile e antica famiglia degli Anicii: considerando che le classi nobili e guerriere dell’area erano sicuramente di origine galata,si deve porre in una prospettiva celtica anche la figura del Santo e in quest’ottica assumono interessanti valenze sia la ricchezza di dettagli mitologici in seguito aggiunti alla sua vicenda, che la grande fortuna che il suo culto ha trovato nell’Europa medievale.

La seconda versione vuole che il padre fosse originario di Melitene e che Giorgio invece nato a Diospolis (Lydda in Palestina, l’odierna Lod), dove sarebbe poi stato riportato per la sepoltura.”

I galati ricordiamo, furono una popolazione celtica (e quindi strettamente imparentata agli Avi celtici di noi lombardi) che nel 279 a.e.v., condotta dal loro sovrano chiamato “secondo Brenno” (il primo condusse i galli cisalpini al sacco di Roma nel 390 a.e.v.), dopo aver attraversato i Balcani, invadendo pure la Grecia, si stabilì nel centro dell’Anatolia, dando vita ad una propria organizzazione statale con capitale ad Ancyra (che sorgeva più o meno sul luogo in cui oggi si trova l’attuale Ankara) conosciuta con il nome di Galazia, ma chiamata anche Gallia dell’Est o Gallia Anatolica.

Nonostante il fatto che si dica che dopo aver subito una graduale elenizzazione (la loro lingua di ceppo celtico la conservarono per molto tempo anche dopo la conquista romana, fino al V secolo d.C.), siano stati spazzati via definitivamente dalle ondate turcomanne dopo l’anno 1000, resta curioso il fatto che nella Costantinopoli medievale, il quartiere genovese venisse chiamato “Tor Galata”, diventato “Galatasaray” con l’avvento degli ottomani.

                                              Galazzia
Chiaramente la storia del legame tra San Giorgio, i galati e la Lombardia è solo una teoria, la quale per assenza di prove concrete, potrebbe essere al massimo considerata una leggenda. Tuttavia essa appare piuttosto suggestiva se pensiamo al fatto che sia l’Anatolia centrale tardo-antica che i gallo-italici siano accomunati dall’eredità celtica e se pensiamo all’incredibile somiglianza tra la leggenda di San Giorgio, e quella del Drago Tarantasio, sconfitto dal capostipite dei Visconti che in memoria dell’impresa adottò il biscione-drago come simbolo. In entrambi i casi si tratta di un cavaliere che uccise un Drago acquatico che mangiava i fanciulli, con la differenza che la leggenda del Drago Tarantasio sia ambientata nell’ormai prosciugato Lago Gerundo, il quale fino al Medioevo si trovava lungo il corso del fiume Adda all’altezza di Lodi.

Il Biscione Visconteo affiancato alla Croce di San Giorgio, su una facciata del Castello Sforzesco di Milano

Il Biscione Visconteo affiancato alla Croce di San Giorgio, su una facciata del Castello Sforzesco di Milano

 

Comuni della Grande Lombardia aventi in qualità di vessilio e stemma comunale la Croce di San Giorgio

Comuni della Grande Lombardia aventi in qualità di vessilio e stemma comunale la Croce di San Giorgio

Arrivata a Genova prima dell’anno 1000 per mano di alcuni monaci bizantini  e da li diffusasi in seguito pure nella Lombardia Etnica (nord-ovest continentale della RI), la Croce di San Giorgio è molto diffusa tra gli stemmi delle città e dei centri minori,(come mostrato dalla cartina sopra, sempre presa dal libro di Gilberto Oneto “San Giorgio, il patrono della libertà”) avendo un’importanza storica sia in qualità di vessilio della Repubblica di Genova, che della Lega Lombarda del 1167. E ricordiamo anche che quasi un secolo prima dell’epopea di Legnano,  la bandiera con la croce rossa su sfondo bianco venne usata dei crociati lombardi, che guidati da Giovanni da Rho strapparono Gerusalemme ai saraceni nel 1099.

Nel caso della Lombardia Etnica tuttavia va precisato che siccome San Giorgio, ufficialmente non sia il patrono di città cisalpine come Milano, Vercelli o Padova, ma prevalentemente di Genova, spesso a tale vessilio cittadino vengono attribuite altre origini, come per esempio quella secondo la quale la croce rossa su fondo bianco sarebbe divenuta “di San Giorgio” solo in un secondo momento e che in principio avrebbe avuto esclusivamente la valenza di una croce cristiana “generica”. Però a parte il fatto che certe incogruenze possano essere trovate in quasi tutti i miti fondatori nazionali, appare alquanto singolare il fatto che nella Repubblica Italiana, tale bandiera sia diffusa solo in Cisalpina, in particolar modo nella Lombardia Etnica, in Liguria ed in Romagna, cioè nel nostro areale etno-linguistico gallo-italico.

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