Putost che nagot l’è mei fai caragnà

Da un punto di vista pratico si tratta di una vittoria troppo piccola ottenuta ad un prezzo troppo alto. Ossia, 7 anni dopo il famigerato referendum consultivo del 22 ottobre 2017 per ottenere un’autonomia relativamente vaga (per rendere la “Pirellonia” una regione a statuto speciale, ricordiamo che andrebbe modificata la costituzione della Repubblica Italiana, cosa che a momenti è più utopica dell’indipendenza della Grande Lombardia), che riguarda principalmente alcuni ambiti fiscali ed amministrativi, con tanto di motivazioni idenitarie che vengono menzionate a malapena.
Però, c’è un però…..la reazione dei fanatici italianisti giacobini, primi tra tutti di quelli del PD, che nei fatti è il partito dominante della scena politico-culturale italiana, parla da sé. Anche a questa autonomia apparentemente ridicola, lorsignori si oppongono con tutte le forze, dal momento che l’ascesa dell’identitarismo etnonazionalista cisalpino rappresenta il loro peggiore incubo, incubo che credevano di essersi lasciati alle spalle definitivamente con la degenerazione della Lega ormai ex Nord, la quale da partito delle baionette nelle valli bergamasche, nel corso degli anni, non senza pressioni dall’alto, è diventata la copia più sfigata di Fratelli d’Italia. Ed è per questo che dal loro punto di vista, sono assolutamente coerenti ad opporsi sia ad un trasferimento di alcune competenze riguardanti il territorio alla Regione Lombardia, che a flebili iniziative volte alla tutela della Lingua Lombarda, anche se se si tratta di qualche cartello bilingue in qualche paesotto sperduto.

Non ci vuole chissà quale genialità per comprendere che se le parole “autonomia” e “lingua lombarda” diventeranno un qualcosa di consolidato, accettato dalle masse e ben conosciuto nell’ambito politico, culturale e legislativo, di una regione, aumenterà la probabilità che sempre più persone inizieranno a capire che la Lombardia non è solo una regione dello stato italiano che si estende dal Ticino al Garda, ma che è un qualcosa di più in tutti i sensi, quel qualcosa di più che affonda nella storia del nostro territorio e nelle nostre radici. Un qualcosa che merita la libertà e che deve battersi per la propria esistenza innanzitutto non per una questione di soldi che al massimo può essere soltanto la punta dell’iceberg, ma appunto per un qualcosa di più. Loro questo lo sanno e lo temono, e sta a noi esserne consapevoli, così come sta a noi il non dimenticare mai, che il piccolo passo in avanti di oggi non può e non deve essere un punto di arrivo, ma soltanto l’inizio dell’inizio.

Salud Lombardia!

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